Come già anticipato nell'ultimo post dedicato alla fase di studio sul Mercato Musicale Internazionale, gentilmente concesso da Fimi, la musica di oggi è entrata nella generazione della cosiddetta "digital music", il che significa che buona parte di essa, è espressa tramite e nei canali digitali.
Ci sono ancora molti dubbi, soprattutto tra gli autori, legati alle modalità operative da utilizzare per poter avere successo nel settore, e in parte qualcuno riesce a "beccarci", altre volte però no, quindi, in quel caso c'è bisogno di un pò di teoria.
Un'altro punto importante che sarà sottolineato oggi è quello legato alla modalità di generazione delle revenue da parte delle Società di Collecting e dai Music Partners, che oggi, contestualmente alla nascita delle entità di gestione indipendente, parallele a SIAE, hanno stravolto il panorama della gestione dei diritti d'autore, creando non pochi dubbi e perplessità circa la riscossione effettiva dei proventi indiretti ossia derivanti dal diritto d'autore.
Prima di addentrarci nei dettagli delle modalità operative relative alla produzione della musica nelle major discografiche, facciamo una piccola riflessione su quello che si riferisce al diritto di autore e alle problematiche ad esso correlate.
(Fonte wikipedia)
"diritto d'autore è una branca del diritto privato, che ha lo scopo di tutelare i frutti dell'attività intellettuale di carattere creativo (ovvero le opere devono essere nuove e originali), attraverso il riconoscimento all'autore originario (o agli autori in caso di collaborazione creativa) dell'opera di una serie di diritti di carattere sia morale, sia patrimoniale. Il diritto d'autore si applica a opere letterarie e musicali, ad arti figurative, architettura, teatro, cinematografia, programmi per elaboratore e banche dati, ma alcune opere non sono tutelate, ad esempio le leggi o i testi degli atti ufficiali dello Stato o delle amministrazioni pubbliche."
Questa definizione, fa capire che il diritto di autore è il diritto di un Autore di percepire, a seguito dell'utilizzo della propria opera, di un riconoscimento, patrimoniale e\o morale. Purtroppo oggi, con l'utilizzo dei canali digitali e l'esternalizzazione dei processi di burocrazia, la visione di questo diritto in termini materiali è divenuta sempre più sfuocata. Questo significa che oggi, ci sono migliaia di artisti (Autori e Interpreti, me compreso) che iniziano a creare musica saltando a piè pari le problematiche legate a questi aspetti, che però col tempo creano situazioni sconcertanti legate ai ritorni a seguito degli utilizzi delle opere.
Quello che ho potuto verificare è che non c'è molta trasparenza nella definizione del diritto di autore, in funzione sia dell'opera che del suo utilizzo e la cosa molto probabilmente è sempre stata cosi. Scarse informazioni e il complicarsi delle strutture organizzative, non fanno altro che aumentare il grado di confusione; chiaramente poi, visto che nessuno che abbia una posizione di riferimento, decide di fare chiarezza per tutti, la questione passa in secondo piano o quantomeno nel dimenticatoio.
Quindi, il primo problema da affrontare nel caso si abbia la necessità di produrre materiale musicale è quello legato alla determinazione delle regole a cui afferiscono le opere in funzione degli utilizzi e di conseguenza, ai riconoscimenti ottenuti garantiti dal diritto d'autore.
Se riuscirete a trovare la formula perfetta che lega le Opere ai Riconoscimenti, allora il mio consiglio è quello di iniziarvi a studiare il modello di business vincente, che utilizzano le Major discografiche per la produzione professionale e a valore aggiunto.
Però prima c'è un'altra problematica da chiarire, che è quella legata alle conversioni dirette sul materiale musicale. In pratica, come abbiamo già visto nel post di ieri, il canale di conversione fisico è via via passato in secondo piano, per cui è rimasto preponderante, quello legato alle emissioni in stream e ai download. Se ci fate caso, il canale più usato è quello stream, che pare generi un alto tasso di conversione; quello che rimane ancora non molto chiaro, è l'algoritmo che viene utilizzato per la determinazione del costo di ogni stream. In realtà alcune fonti dichiarano che per ogni stream da un canale digitale, generalmente si abbia un ritorno che varia da un 40% ad un massimo del 70% su 1 Euro di valore per ogni stream. Questa formula mi sembra un pò complicata e confusa, in quanto ci sono ancora dei dubbi:
- Ogni stream ha il valore di 1 Euro? Perché?
- Esiste un contratto che prevede l'ammontare corrisposto a seguito di uno stream?
Nello specifico, prima di iniziare la fase di scrittura, di registrazione e di gestire tutte le fasi ad essa correlate, c'è una fase iniziale che dobbiamo tenere in considerazione, che viene chiamata, la fase della "Partnership".
- Definire e attivare i canali di marketing necessari per la copertura dell'audience. In questo caso i canali scelti sono digitali (social media) e fisici (poster, copertine, insegne ecc.), insomma tutta la pubblicità e la strategia pubblicitaria necessaria per ottimizzare il coinvolgimento;
- Attivare i canali di distribuzione globali, tra cui la scelta dei Dsp (Demand side Platform) per ottimizzare le vendite, il merchandise, i CDs e i vinili previsti;
- Determinare tutte le opportunità disponibili per l'Artista Brand, come ad esempio Partnership, Merchandise, Nuove tecnologie;
- Attivare la promozione del materiale discografico utilizzando canali come TV, radio, In-store, Lives, Podcasts, Streamings.